La memoria


Cosa è?

La capacità del cervello di trarre beneficio dall’esperienza precedente, le nostre memorie su eventi, luoghi, persone definiscono ciò che siamo. La memoria consiste nella capacità di codificare (analisi delle info sensoriali), immagazzinare (mantenere una copia più o meno stabile e fedele dell’informazione) e rievocare (uso successivo dell’info immagazzinata) informazioni.  La funzione tramite cui si esprime la memoria è il ricordo, la cui diminuzione e scomparsa determina l’oblio. La presenza dei ricordi fa supporre che a livello cerebrale si verifichi una duratura trasformazione delle informazioni, che prevede il deposito della traccia mnestica nelle cellule nervose sotto forma di particolari molecole di RNA. Inibendo la sintesi dell’RNA, infatti, le informazioni non vengono memorizzate a lungo termine. La memoria è una funzione globale che è connessa a varie altre funzioni cognitive e dipende molto dagli stati interni dell’individuo.



Tipi di memoria

Memoria sensoriale: se fissiamo una luce e chiudiamo gli occhi ci sembrerà per pochi istanti di vedere ancora la luce, questa è la memoria sensoriale visiva a brevissimo termine (memoria iconica) (esperimenti di SPERLING con le matrici di lettere)  che è di durata molto limitata (1-2 sec.) e con capacità illimitata (fotografia del tutto). Esisterebbe anche la memoria sensoriale uditiva a brevissimo termine (memoria ecoica) ed una tattile (memoria aptica). 

Codifica dell’informazione: l’attenzione può variare a causa di: condizioni fisiologiche, come per esempio l'affaticamento, fattori ambientali distraenti (rumori,voci…) e differenze individuali nelle risorse attentive. Il codice che usiamo dipende dall’informazione che vogliamo apprendere (visivo, verbale, uditivo). Utilizzare delle tecniche può facilitare la memorizzazione (associazioni e mnemotecniche) e l’apprendimento sarà tanto migliore quanto migliore sarà la nostra strategia di codifica usata al momento dell’elaborazione dell’informazione. Solo una parte dell’info può raggiungere la memoria a breve termine.

Memoria a breve termine (MBT): la informazione passa in un magazzino temporaneo con capacità limitata e codice fonologico in grado di conservarla per circa 30 secondi. Se l’informazione sosta per un tempo sufficiente in questo magazzino passa al magazzino della memoria a lungo termine. La capacità del magazzino è di 7 (più o meno 2; MILLER, 1956) e varia da soggetto a soggetto. E’ come se fosse un buffer di reiterazione, una libreria a ripiani, nel quale le informazioni nuove occupano il primo ripiano e spingono le altre in posizioni sempre più esterne. Questo concetto spiega due fenomeni della curva di posizione seriale: la MBT è uno scaffale nel quale le prime informazioni spingono verso l’alto le altre. Si possono individuare due effetti nelle prove di rievocazione: effetto recency: tendenza a ricordare gli ultimi elementi della lista perché sono presenti nello scaffale alla rievocazione (rilettura del MBT). Effetto primacy: tendenza a ricordare i primi elementi della lista, perché hanno passato più tempo nello scaffale (sono passati nel MLT). I test che sono spesso utilizzati nel campo della neuropsicologia per diagnosticare deficit a livello della memoria a breve termine sono: test di Corsi per la memoria visuo-spaziale, span di cifre per la memoria a breve termine di tipo uditivo-verbale. 

Memoria a lungo termine (MLT) e recupero dell’informazione: la capacità del magazzino della memoria a lungo termine è potenzialmente illimitata e riesce a mantenere informazioni per lungo tempo (mesi ed anni). Il codice di acquisizione della memoria a lungo termine, che è semantico lessicale, è diverso da quello della memoria a breve termine che è invece di tipo fonologico:  nelle prove per MBT saranno ricordate meglio parole fono logicamente simili, mentre nelle prove MLT saranno ricordate meglio parole semanticamente simili. La possibilità di recuperare un’info dipende dal tipo di codifica effettuato e dalla frequenza on la quale accediamo a quell’informazione. Non è obbligatorio che l’info passi dal MBT per andare in MLT, perché esistono rari casi di pazienti con selettivo deficit nella MBT, ma con MLT intatta.I test frequentemente utilizzati per valutare la funzionalità della memoria a lungo termine sono: rievocazione della figura di Rey per la memoria visuo-spaziale e rievocazione di una lista di parole per la memoria di tipo uditivo-verbale. 

Working memory (WM): la working memory o memoria di lavoro è l'abilità che consente alla persona di ritenere le informazioni in memoria, compiere delle trasformazioni su di esse e restituirle in un secondo momento. Un esempio classico molto utilizzato nella valutazione neuropsicologica è lo span di cifre inverso: si leggono al soggetto una serie di cifre e gli si chiede di ripeterle al contrario. Vi sono dei sottottipi di sistemi di working memory a seconda se l'input sia di tipo uditivo, verbale o visivo. Per un approfondimento si consiglia di leggere il testo "La memoria di lavoro" di Alan Baddeley.


Applicazioni

Le persone possono apprendere tecniche mnemoniche o mnemotecniche: strategie finalizzate a favorire un uso più efficiente della funzione mnestica. La loro utilità consiste nel fornire uno schema per organizzare le informazioni mettendo in rapporto rapidamente ed efficacemente le nuove informazioni con quanto già immagazzinato: tecnica dei loci, imagines agents, coppie di parole, conversione fonetica. Anche persone che hanno subito lesioni cerebrali possono apprendere tecniche per recuperare le funzioni perdute: l’amnesia può essere retrograda (impossibilità di recuperare fatti del passato, prima del fatto morboso) e anterograda (difficoltà a recuperare fatti avvenuti dopo l’evento morboso). Le cause dei deficit mnestici sono: invecchiamento, trauma fisico o emotivo, patologia neurologica o psichica (psicosi). I disturbi della memoria sono spesso il primo sintomi di deterioramento cognitivo. Altre sindromi che provocano disturbi di memoria sono l’AIDS, la malattia di Creutzfeldt-Jacob, corea di Huntington, Parkinson, sindrome di Korsakoff che provoca deficit della vitamina B1 e degenerazione dei copri mamillari in seguito ad alcolismo cronico, intossicazione da metalli pesanti, solventi, insetticidi, alcolismo, veleni come l’arsenico. Anche uno stato depressivo può portare perdita di memoria (pseudodemenza depressiva). 


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